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Mario Carrieri pubblicò il suo libro fotografico Milano, Italia (1959) - un ritratto cinematografico della città, dalle periferie desolate al glamour oscuro del centro - a soli 27 anni. Il progetto nacque dopo un periodo trascorso negli archivi fotografici di Mondadori, dove Carrieri ebbe modo di immergersi nel lavoro dei più grandi fotoreporter dell'epoca. Pur senza una formazione accademica, i suoi scatti vennero acquisiti dal MoMA e da altre istituzioni internazionali.
Poco dopo, l’editore Amilcare Pizzi gli commissionò una serie fotografica finanziata dall’UNESCO per documentare l’eredità artistica dell’umanità, dalle sculture dell’antica Roma a quelle dell’antico Egitto. Parallelamente, Carrieri instaurò collaborazioni con alcuni dei più celebri architetti del suo tempo, tra cui Aldo Rossi, Renzo Piano e Norman Foster. Negli anni ’80 avviò un sodalizio con UniFor e Molteni&C, che durò oltre trent’anni, immortalando icone del design come la poltrona Parigi e la sedia Milano di Rossi. (entrambe disegnate da Rossi.)
Oltre a questi incarichi, Carrieri scattò oltre 80.000 fotografie di still life. Una parte di questo immenso archivio fu raccolta in Amata Luce (2004), una monografia del suo lavoro curata dal fotografo Giovanni Chiaramonte. Un’ampia selezione di questa serie venne esposta per la prima volta al pubblico nel 2017, in una mostra sponsorizzata da UniFor.
Top Image: Parigi Armchair designed by Aldo Rossi for UniFor, photographed by Mario Carrieri in 1989.
Dalle scogliere a picco della Costiera Amalfitana alle silenziose cave di pietra della Sicilia, fino alla suggestiva estremità dell’Andalusia, quattro progetti straordinari raccontano come Molteni&C porti l’eccellenza del design italiano in luoghi scolpiti dalla luce, dalla storia e da un ritmo di vita più lento.
Ponti credeva che l’architettura dovesse servire la vita di chi la abita, creando ambienti che ispirano e arricchiscono la quotidianità, e tutta la vita che immaginava per quella casa è racchiusa in un grande foglio di carta da lucido.
L’architetto e designer belga Vincent Van Duysen è diventato sinonimo di una sola parola: serenità.
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