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Un tempo frontiera del “selvaggio Ovest” regno dell’urbanesimo sperimentale, che comprendeva paradisiaci giardini temporanei in lotti non edificati e alloggi abusivi, oggi Berlino Est è perfettamente integrata nella nuova Berlino globale – prova tangibile della riunificazione tedesca.
Il nuovo edificio aggiunge alla zona un importante segno architettonico, contribuendo a consolidare la percezione di centralità del giornalismo, dei media digitali e del commercio basato sulla tecnologia, che identifica la polivalente capitale tedesca.
Per saperne di più Molteni&C Magazine ha incontrato Katrin Betschinger e Philippe Braun, gli architetti di OMA a capo del progetto.
Come avete inserito il giornalismo nel progetto dell’edificio Axel Springer?
Katrin Betschinger Il cuore dell’edificio dell’Axel Springer Campus è lo spazio di lavoro nell’atrio a terrazze, denominato anche la “Valle Digitale”, che collega l’interno con l’esterno. Invece dei tradizionali uffici dei giornalisti su piani chiusi dell’edificio, le finestre monumentali alle estremità dell’atrio mostrano il lavoro di ciascuno. Al 6° piano il ponte che attraversa l’atrio ospita la sala stampa digitale, accessibile al pubblico, che può entrare direttamente nel cuore del processo di produzione di un giornale o di un periodico.
Che cosa significa tutto questo in termini di programma?
Philippe Braun Quando Axel Springer SE ha lanciato il concorso per questo progetto la casa editrice stava attraversando una rapida fase di passaggio da tradizionali pubblicazioni a stampa all’ampio spettro dei media digitali, quindi l’adattabilità e i media digitali sono stati fin da subito parte integrante del progetto. I nuovi mezzi di comunicazione hanno un raggio d’azione e un ritmo radicalmente diverso rispetto ai quotidiani e ai periodici, il giornalismo digitale e quello della carta stampata hanno entrambi bisogno di uno spazio di collaborazione nel quale far nascere sempre nuove idee. Per questo motivo abbiamo progettato un luogo di lavoro in continua evoluzione.
La "Valle Digitale" al centro dell’edificio ha il chiaro obiettivo di stimolare l’interazione. Può darci qualche dettaglio di come il progetto incoraggia lo scambio al di là di questa proposta di ampio respiro?
PB L’interazione è favorita anche dall’arredamento che OMA ha progettato in collaborazione con UniFor. I posti di lavoro e gli elementi d’arredo sono stati realizzati su misura in base alle esigenze degli utilizzatori finali dell’edificio. UniFor ha predisposto una serie di prototipi messi a disposizione per un mese, acquisendo così una serie di informazioni di ritorno da parte degli utenti, che sono poi state convertite in apporti al progetto definitivo. Il risultato è insieme ludico e versatile: la maggior parte dei tavoli ha un doppio piano di appoggio in modo che qualsiasi postazione possa essere utilizzata per lavorare, per consumare i pasti o per scopi organizzativi di vario genere; i dispositivi acustici incorporati assicurano un ambiente sonoro confortevole in qualsiasi punto dell’atrio; e la gamma di forme e di dimensioni dei locali consente varie configurazioni dei posti di lavoro.
KB Ciò che l’arredo promuove su scala ridotta è ulteriormente supportato da un’ampia gamma di spazi e di programmi inseriti nell’insieme dell’edificio – dai punti di ristoro accessibili al pubblico e gli spazi di co-working al piano terra alla hall dedicata agli eventi al centro dell’atrio, alle mense per il personale e agli spazi di lavoro all’esterno, alle aree dedicate allo sport e al relax fino ai giardini sul tetto dell’edificio.
Come si contrappone questo progetto allo stile “freddo ufficio di tendenza” della Silicon Valley, altrettanto diffuso a Berlino?
KB Ci siamo ispirati al modo in cui le aziende del settore tecnologico organizzano gli spazi di lavoro, dato che sono costruiti puntando a innovazione, collaborazione e creatività. Nella Silicon Valley e altrove questi uffici sono noti per le loro aree “ludiche”, ma troppo spesso questi “freddi uffici di tendenza” sono utilizzati esclusivamente come strumento di immagine del marchio. Per OMA era importante assicurare una buona dose di serietà – più vicina allo spirito del giornalismo e al contesto lavorativo tedesco.
In che modo l’edificio dovrebbe attirare dei talenti? Quale è il suo significato per la città e rispetto al resto del mondo?
KB La nuova sede di Axel Springer funge sia da simbolo che da strumento – un edificio destinato ad attirare l’élite della comunità digitale sia dalla Germania che dall’estero. Nonostante sia stato inaugurato durante la pandemia, l’edificio ha fornito un ambiente di lavoro perfettamente funzionale nella misura in cui era consentito lavorare nel rispetto delle restrizioni imposte dal Covid-19. Le configurazioni adattabili degli spazi comuni di lavoro si sono rivelate una risorsa importante per molte pubblicazioni digitali della Axel Springer.
Come si inserisce l’edificio nella sua collocazione storica a Berlino Est?
KB Il vecchio quartier generale Axel Springer era stato costruito a Ovest a testimonianza del giornalismo democratico negli anni del Muro. Il nuovo campus è la sua risposta dei giorni nostri. Si trova in una zona che in passato era Germania Est e terra di nessuno. L’orientamento dell’atrio segue quello che un tempo era il tracciato del Muro e guarda verso la ex Germania Ovest, alla Zimmerstraße e al Checkpoint Charlie, che dista solo pochi isolati dall’edificio.
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